Introduzione

“Cos’è un’emozione?” è la domanda che ha affascinato gli psicologi dal 1884 e con la quale siamo partiti fin dal primo articolo per cercare di capire, studiare e approfondire il tema delle emozioni. Come abbiamo visto negli articoli precedenti, le emozioni hanno ricevuto una grande attenzione da parte della psicologia e gli studiosi hanno investito molti sforzi e ricerche per cercare di costruire teorie che permettessero di darne una spiegazione. La difficoltà nel definire le emozioni in modo preciso ha fatto schermo alla possibilità di studiarne in modo scientifico il substrato neurofisiologico, e questo perché vi era la convinzione che le emozioni come la paura, la rabbia o il disgusto siano stati di coscienza e quindi si identifichino con l’esperienza consapevole di essere impauriti, arrabbiati o disgustati.

Le emozioni sono diventate oggetto di studio scientifico, quando si è cominciato a considerare l’aspetto soggettivo il risultato finale di un processo di elaborazione delle informazioni che avviene in modo inconscio.

Il Punto Di Vista Delle Neuroscienze

Dal punto di vista neuroscientifico, le emozioni possono essere definite risposte complesse, prodotte quando l’organismo rileva uno stimolo adeguato. Il cervello dell’uomo e di altri animali è predisposto a reagire a determinati stimoli emozionali con specifici repertori di azioni. Queste risposte consistono in modificazioni dello stato interno (ad es. la frequenza cardiaca), dell’apparenza esterna del corpo (ad es. l’espressione facciale o l’intonazione della voce) e delle strutture cerebrali che costituiscono la base del pensiero. Il risultato è la collocazione dell’organismo in un contesto più adatto alla sopravvivenza e al benessere.

Per quanto l’intento di trovare una spiegazione neurofisiologica alle emozioni risalga a oltre un secolo fa, solo negli ultimi trent’anni, le neuroscienze hanno fatto grossi progressi sulle conoscenze.

Passando in rassegna alcune teorie più recenti possiamo sicuramente citarne tre:

  1. Jaak Panksepp, famoso per le sue ricerche sulle emozioni attraverso studi neuroscientifici e per aver coniato il termine “affettive neuroscience”, ossia “neuroscienze affettive” (Panksepp, 1992). Egli descrive l’evoluzione dei neurocircuiti che sottostanno alle principali emozioni e identifica sette principali sistemi emotivi cerebrali, nati grazie all’evoluzione, che servirebbero a regolare i differenti aspetti della nostra vita e le nostre motivazioni.
  2. Un’altra teoria recente è “la teoria polivagale” di Porges, la quale descrive che il nostro sistema nervoso opera su tre sottosistemi fondamentali basati sui segnali di sicurezza e pericolo. Questi tre sistemi funzionano in due condizioni, uno in cui siamo stressati e non ci sentiamo al sicuro, l’altro è quando funzioniamo normalmente e ci sentiamo al sicuro. La sicurezza è completamente rilevante, ciò che potrebbe essere sicuro per una persona potrebbe essere pericoloso per un’altra sulla base dell’esperienza individuale. Il nostro sistema nervoso utilizza una funzione chiamata neurocezione per rilevare pericoli o minacce e per adattarsi di conseguenza all’ambiente.
  3. Un’altra studiosa che si occupa dello studio emozioni è Lisa Feldman Barrett, la quale sosteneva che fosse l’essere umano a “generare le emozioni, sulla base della propria esperienza”.

Correlati Neuroanatomici Delle Emozioni

Numerose strutture corticali e sottocorticali sono coinvolte nella regolazione delle emozioni, nella motivazione e nell’associazione degli stati emozionali con i ricordi e le sensazioni. Esse includono la corteccia cingolata, l’amigdala, l’ipotalamo, il giro paraippocampale, la corteccia orbito-frontale, la corteccia somestetica, comprese le aree associative e insulari, i nuclei monaminergici del tronco encefalico e il grigio pariacqueduttale.

Lo studio delle basi neurobiologiche dei processi mentali in generale e dei processi regolativi delle emozioni in particolare, è fondata sull’idea della perfetta corrispondenza tra i fatti mentali ed i fatti neuronali ma non dobbiamo ritenere questa associazione in termini strettamente causali (Grossi e Trojano, 2009). L’attivazione combinata di una serie di strutture celebrali sia sottocorticali che corticali è tipica delle emozioni. Tuttavia, ciascuna struttura svolge un ruolo specifico e differenziato a seconda dei tipi di emozione. È bene sottolineare che i circuiti neuronali sono fasci di fibre presenti sia nel primato che nell’uomo e collegano strutture nervose anche lontane tra di loro (Brodal, 2003).

Le strutture cerebrali considerate cruciali per l’elaborazione della regolazione emozionale sono identificate come appartenenti al lobo limbico che è situato in profondità, nella parte più interna dei lobi temporali e frontali di ciascun emisfero. All’inizio si pensava che il lobo limbico fosse implicato solo nella percezione olfattiva ed il primo ad ipotizzare che fossero determinanti anche nell’elaborazione delle emozioni fu James Papez nel 1937 grazie a studi di anatomia comparata. Papez individuò che le strutture del lobo limbico fossero interconnesse per fermare un vero e proprio circuito che oggi viene chiamato “il circuito di Papez”. In questo sistema, devono essere incluse di diritto l’amigdala e l’insula che non erano considerate parte del lobo limbico e questo ci fa capire l’alto grado di interazione con molte aree anche distanti tra loro.

Il Ruolo Prioritario Dell’amigdala

La struttura nervosa che rappresenta la base neurologica per eccellenza degli stati emotivi è l’amigdala. Essa si attiva per esperienze emozionali molto intense ed è soprattutto legata ad una tonalità affettiva negativa ma è anche implicata nella decodifica di informazioni sociali salienti e per l’elaborazione di espressioni facciali ambigue (Phan et al, 2004). L’ippocampo coinvolto nei processi di memoria è connesso con l’amigdala e questo collegamento è fondamentale per la formazione delle paure apprese contribuendo al richiamo di ricordi emotivamente significativi. Fanno parte di questo circuito anche l’insula che ha un forte ruolo per tutti i processi interocettivi ed il senso del sé ed è una struttura fortemente coinvolta nelle emozioni del disgusto e per il riconoscimento di espressioni facciali di disgusto.

I Sistemi Di Comando Delle Emozioni Di Base

I numerosi studi nel campo delle emozioni hanno condotto alcuni neuroscienziati a proporre a tal proposito una nuova nomenclatura.

Infatti, secondo questi studiosi, nel cervello vi sarebbero quattro principali sistemi di comando delle emozioni di base. Secondo la nomenclatura utilizzata da Panksepp (1998) e largamente accettata non solo in ambito neuroscientifico, ma anche in ambito neuropsicanalitico, questi sistemi sono:

 

  • Sistema di ricerca: associato con termini quali curiosità, interesse e aspettativa, fornisce un’attivazione e un’energia che stimola il nostro interesse per il mondo intorno a noi.;
  • Sistema della rabbia: attivato da stati di frustrazione, gli stati che si riproducono quando vengono ostacolate le azioni finalizzate ad una meta biologicamente rilevante;
  • Sistema della paura: è centrato sull’amigdala e sulle sue connessioni. Dal punto di vista percettivo la stimolazione cerebrale è associata a sentimenti di estrema angoscia e persino di terrore.;
  • Sistema del panico: è associato non solo con l’ansia da panico, ma anche con i sentimenti di perdita e di sconforto. Il cuore di tale sistema è il giro anteriore del cingolo, che ha connessioni estese con vari nuclei talamici, ipotalamici e altre strutture.

Conclusione

In questo articolo abbiamo visto il ruolo centrale delle neuroscienze nello studio e nella comprensione delle emozioni, passando in rassegne numerose ricerche e teorie. Dal punto di vista neurobiologico, le emozioni sono delle risposte ad eventi di rilievo personale caratterizzati da particolari vissuti soggettivi e da particolari modificazioni biologiche; l’insieme di queste reazioni è connessa all’attivazione di strutture del sistema nervoso che fanno capo ad una rete di strutture corticali e sottocorticali definite “sistema limbico”. Esistono delle strutture predisposte anche a regolare le risposte emotive ed il comportamento che ne deriva.

Questi studi sono stati una grande e importante rivoluzione per la comprensione, la gestione e la regolazione delle emozioni nel contesto terapeutico.

 

Bibliografia e Sitografia

  • Aquino P., La neuropsicologia delle emozioni, 2013
  • Valentino V., Neurobiologia delle emozioni: le strutture neurali implicate nella regolazione emotiva, 2013
  • Vallar G. & Papagno C., Manuale di neuropsicologia, Il Mulino, 2007