Introduzione

In passato il processo di insegnamento e apprendimento era considerato una semplice trasmissione di conoscenze, gli studenti considerati ‘vasi da riempire’ di nozioni. In questi anni le Neuroscienze hanno dato un grande impulso alla comprensione dei fenomeni neurologici sottesi al processo di insegnamento/apprendimento, dando una nuova spinta nella direzione dell’integrazione dei processi emotivi, fondamentali perché interagiscono con i processi di memorizzazione ma anche con la costruzione dell’identità nel bambino.

 

Il processo di apprendimento

L’apprendimento è un fenomeno complesso che coinvolge una serie di componenti cognitive, emotive e comportamentali.

Durante la prima fase, detta di acquisizione gli individui assimilano nuove conoscenze e abilità. Questa fase coinvolge l’esposizione a stimoli esterni, l’elaborazione delle informazioni e la codifica nella memoria a breve termine (Baddeley, 1992).

Dopo l’acquisizione, le informazioni devono essere consolidate per essere memorizzate nella memoria a lungo termine. Questa fase, nota come consolidamento, coinvolge processi neurali che rafforzano le connessioni tra le cellule nervose nel cervello (Squire, 1992). Gli studi hanno dimostrato che il consolidamento è influenzato da vari fattori, tra cui l’impatto emotivo del contesto, il livello di attenzione durante l’acquisizione e il ripasso distribuito nel tempo (Cepeda et al., 2006).

Il recupero è il processo mediante il quale gli individui richiamano le informazioni memorizzate dalla memoria quando necessario. Questa fase richiede l’attivazione di specifiche tracce di memoria e il loro richiamo nella coscienza (Tulving & Thomson, 1973). La ricerca ha evidenziato l’importanza del contesto e delle cure associative nel facilitare il recupero delle informazioni, oltre alla pratica ripetuta e alla somministrazione di quiz per migliorare la capacità di recupero.

L’elaborazione e la comprensione delle informazioni rappresentano un aspetto cruciale del processo di apprendimento. Questa fase coinvolge la riflessione critica, l’analisi e la sintesi delle informazioni per creare significato e connessioni significative tra i concetti (Craik & Lockhart, 1972). La ricerca ha evidenziato il ruolo della motivazione, dell’interesse e delle strategie di elaborazione profonda nell’agevolare la comprensione e il ricordo delle informazioni.

 

Emozioni e memoria

Il processo di memorizzazione è un fenomeno complesso che coinvolge una serie di fattori cognitivi e neurali e può essere suddiviso in diverse fasi, ciascuna caratterizzata da specifiche attività cognitive e neurologiche.

La fase iniziale, nota come encoding, coinvolge l’acquisizione e la rappresentazione delle informazioni da parte del cervello. Durante questa fase, le informazioni sensoriali vengono elaborate e organizzate in modo che possano essere conservate nella memoria a lungo termine. La fase successiva è quella del mantenimento della memoria, durante la quale le informazioni conservate vengono stabilizzate e integrate nella rete neurale. Infine, c’è la fase del recupero, in cui le informazioni memorizzate vengono richiamate dalla memoria e riportate alla coscienza quando necessario (Tulving & Thomson, 1973).

Studi condotti da LeDoux (1993) e McGaugh (2000) hanno evidenziato il ruolo centrale dell’amigdala nel consolidamento delle memorie legate ad eventi emozionalmente significativi. Le informazioni emotivamente cariche, elaborate dall’amigdala durante l’encoding, vengono trasmesse all’ippocampo per il consolidamento nella memoria a lungo termine (McGaugh, 2004). Questa interazione tra amigdala e ippocampo consente la formazione di memorie fortemente impregnate di emozioni, che sono più resistenti al decadimento e più facilmente recuperabili dalla memoria.

Questo suggerisce che le emozioni positive possono potenziare la formazione e il recupero delle informazioni, rendendo le esperienze emotivamente cariche più semplici da riportare alla memoria.

Al contrario, se nel momento in cui si apprende si sperimenta un’emozione come la paura, la noia, l’ansia, il giudizio, il senso di inadeguatezza, queste emozioni sollecitano la memoria per inviare un messaggio di pericolo e di rifiuto. Quindi tutte le volte che noi ripercorreremo quell’apprendimento, oltre a ricordarci le nozioni apprese, ci ricorderemo di quelle emozioni negative che hanno dato l’allarme. Nei ricordi scolastici di tutti noi ci sono molte memorie che contengono questo messaggio di allarme: basta che ci chiedano di ricordare i passaggi fondamentali della Seconda Guerra Mondiale o di risolvere un problema di geometria ed ecco che l’allarme torna nella nostra memoria.

E’ inoltre importante sottolineare che la nozione appresa verrà archiviata nella memoria procedurale o semantica, mentre la memoria del sentimento di incapacità e inadeguatezza finirà nella memoria autobiografica, intaccando significativamente l’autostima e l’autoefficacia dell’alunno. Infatti il ripetersi di questo meccanismo per svariati anni scolastici porterà ad una stabilizzazione del circuito  dell’impotenza appresa. Il bambino imparerà che non è capace ad eseguire quel dato compito, sentendosi impotente, e l’esperienza reiterata del fallimento gli darà conferma della sua incapacità.

 

Implicazioni pratiche

Il legame tra emozione e memoria ha importanti ricadute nell’ambito dell’apprendimento e dell’insegnamento.

Gli insegnanti possono utilizzare strategie didattiche che tengano conto di questo legame, incoraggiando la creazione di esperienze di apprendimento emotivamente coinvolgenti e significative, perché accompagnate da emozioni positive.

Alcune emozioni positive sono:

  • apprendere in un contesto sereno, non giudicante e regolato da un adulto competente sia nei contenuti didattici che nella gestione delle dinamiche e dei vissuti emotivi
  • una distinzione non rigida tra apprendimento e divertimento: si apprende meglio divertendosi
  • l’orgoglio dei risultati
  • la speranza del successo
  • sorpresa e meraviglia per imparare qualcosa di nuovo
  • l’affetto e la fiducia verso la persona che trasmette le conoscenze.

 

Ad esempio, l’uso di storie, esempi concreti e attività pratiche può suscitare emozioni positive negli studenti e facilitare il processo di memorizzazione e apprendimento (Pekrun et al., 2002).

Al contrario tra le emozioni disfunzionali che possono inibire il processo di apprendimento si possono annoverare:

  • la paura del giudizio dell’altro, che sia insegnante, genitore o compagno di classe
  • emozioni di rabbia, tristezza, disgusto/disprezzo per un compito o una persona
  • sentirsi in ansia, imbarazzo, soggezione in situazioni dove non ci si sente all’altezza.

L’apprendimento scolastico è un processo di accumulo non solo di conoscenze e di abilità, ma anche di esperienze di apprendimento che influenzano gli atteggiamenti di uno studente verso il suo percorso formativo. Alcuni studenti guardano alla propria esperienza scolastica principalmente con emozioni positive, altri con emozioni ambivalenti o prevalentemente negative.

Si chiama “Warm Cognition”[1] l’approccio relativamente recente, nato dalle ultime ricerche delle neuroscienze, che pone le emozioni al centro del processo di apprendimento. Si basa su un concetto molto semplice e che può sembrare scontato: un’atmosfera serena e incoraggiante favorisce un apprendimento positivo ed evita lo stress.  E’ necessario vivere l’apprendimento in un clima empatico in cui si è accolti anche quando si sbaglia, una ambiente relazionale caldo, di serenità e benessere.

Come dice Daniela Lucangeli (2015):

‘È necessario che ogni insegnante conosca bene le emozioni che “transitano” nell’apprendimento: ci si può occupare di apprendimento solo se si comprende la potenza della sincronicità fra le informazioni e le memorie emozionali.’ 

 

Conclusione

In conclusione, la ricerca psicologica evidenzia chiaramente il legame profondo tra emozione e memoria, rivelando come le esperienze emotive influenzino il nostro modo di memorizzare e recuperare le informazioni ed entrino poi a far parte in modo permanente dell’idea che si ha di sé. Comprendere questo legame può aiutare a sviluppare strategie più efficaci per migliorare l’apprendimento e ottimizzare l’esperienza educativa degli individui.

 

 

Bibliografia

  • Brackett, M. A., & Rivers, S. E. (2014). Transforming students’ lives with social and emotional learning. Phi Delta Kappan, 96(4), 8-13.
  • Craik, F. I., & Lockhart, R. S. (1972). Levels of processing: A framework for memory research. Journal of Verbal Learning and Verbal Behavior, 11(6), 671-684.
  • Lucangeli D., 10° Convegno Internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale”, Trento, 2015.
  • Phelps, E. A., & Sharot, T. (2008). How (and why) emotion enhances the subjective sense of recollection. Current Directions in Psychological Science, 17(2), 147-152.
  • Pekrun, R., Goetz, T., Titz, W., & Perry, R. P. (2002). Academic emotions in students’ self-regulated learning and achievement: A program of qualitative and quantitative research. Educational Psychologist, 37(2), 91-105.

[1] Lucangeli D., 10° Convegno Internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale”, Trento, 2015.